Crescere difendendo l'ambiente

24.09.2019 12:27

"Il 'verde' ... non è ormai un colore progressista o conservatore, è il colore dell’umanità". Su La Stampa del 24 settembre 2019 Gianni Riotta utilizza i dati messi in evidenza dalle ricerche di numerosi autorevoli studiosi per offrici il quadro della situazione con cui gli abitanti del pianeta Terra sono chiamati oggi a misurarsi.

Sapevate che la Cina ha usato ogni tre anni, dal 2003, più cemento di quanto gli Stati Uniti non abbiano impastato nell’intero XX secolo? E che se mettessimo sui piatti di una gigantesca bilancia da una parte tutti gli esseri umani di oggi, 24 settembre 2019, con gli animali da allevamento e dall’altra gli animali selvatici ancora liberi, noi, con mucche, pecore, maiali, peseremmo di più di elefanti, balene, tigri, uccelli del cielo e pesci del mare rimasti? Sono numeri verità dal nuovo saggio dello studioso Vaclav Smil, “Growth”, Crescita, appena pubblicato da Mit Press ed elogiato dall’imprenditore-mecenate Bill Gates come “il mio libro prediletto”. Mentre i leader del mondo si riuniscono a New York, all’Onu, per recuperare il tempo perduto contro cambio climatico ed emissioni nocive.
E ascoltando l’appello della Greta Thunberg, le 664 pagine del professor Smil offrono a scettici - e quanti ancora pullulano nello Strapaese intellettuale italiano -, ambientalisti, imprenditori, politici, cittadini, le cifre della sfida in corso: o le nostre economie diventano davvero “verdi” in questa generazione o la maestà del pianeta Terra affidato all’Homo Sapiens, da Dio o dall’evoluzione, si perderà.
La rivista Foreign Affairs, non edita da ecologisti ultras ma dall’establishment del Council on Foreign Relations, apre con un saggio formidabile di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: cambio del clima implica epidemie, malaria in zone alte mai prima colpite, 7 milioni di vittime, 600.000 bambini, l’anno per aria malsana. Per chi considera l’emigrazione emergenza politica oggi, la Banca Mondiale calcola che nei prossimi trent’anni ci sarà un miliardo di profughi in fuga da lande rese inospitali da caldo e alluvioni, Africa, Asia, America Latina.
Il tempo è finito. Se l’umanità crescerà, prima di fermarsi, fino a 9 miliardi di persone, la transizione a un’economia su fonti sostenibili, anche in tempi più rapidi di quelli pronosticati da studiosi come Amory Lovins nel 1977 e Mark Jacobson nel 2009, sarà ardua. Calcolando il consumo di energia per ciascuno di noi con l’unità standard dei gigajoule, un americano usa in un anno 300 gigajoule, un europeo 150, un cinese 100, un indiano 20, un etiope 2 (fonte Smil). Chiaro che tagliare i consumi con una razionale economia verde tocca dapprima ai paesi sviluppati. Le piattaforme Green New Deal di cui si discute, dal partito democratico Usa al governo Conte 2, passando per la presidente europea Von der Leyen, con l’opposizione demagogica dei paesi dell’Est, contengono, al netto di posizioni estremiste, un importante nesso comune: la lotta al cambio climatico si conduce solo grazie a una coalizione efficace di governi, società civile, scienziati, imprese, cittadini capace di ridurre consumi, inquinamento e disuguaglianze senza che il declino della curva nello sviluppo scateni moltitudini di disoccupati.
La rivista The Atlantic raccoglie le idee dietro la rivoluzione sostenibile, da Smil a Mariana Mazzucato, a Brad DeLong, a Carlota Perez che si definisce “centrista radicale”. Perché il “verde”, vedi l’evoluzione dei “Grünen” nella Germania manifatturiera, non è ormai un colore progressista o conservatore, è il colore dell’umanità. Quando un’azienda italiana come Enel Green Power è riconosciuta negli Usa come leader della sostenibilità, quando Prada sfila con modelli “naturali” e collabora con i fornitori per ridurre i consumi, quando i brand del petrolio comprendono che il mondo cambia, il segnale è nitido: il passato di ciminiere e smog non tornerà. Lo sviluppo di ferrovie, industria, informatica si è realizzato perché governi, aziende, università hanno collaborato a politiche comuni, strappando milioni di poveri alla fame. Ora la stessa armonia salverà la Terra dall’asfissia, che egoismi e ideologie caduche, invece, perderanno.

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