Furlan: “La priorità è combattere evasione e corruzione”

24.10.2014 17:34

Annamaria Furlan, neo segretaria generale della Cisl, pungola il Governo sul "far pagare le tasse a chi non le paga", oltre che su immobili e pensioni (intervista di Stefano Caviglia su Panorama del 23 ottobre)

«Bisogna tassare di più i grandi patrimoni immobiliari e detassare la prima casa. È una delle cose che mancano nella politica economica del Governo».

Il nuovo segretario della Cisl, Annamaria Furlan, ha fama di essere una sindacalista pragmatica e moderata, ma si è già capito che non sarà molto conciliante con Matteo Renzi.

Si prepara a chiedere una patrimoniale?

«Il fatto è che nell’attuale tassazione sugli immobili non c’è proporzione fra chi ha una sola casa e chi ha grandi patrimoni immobiliari. Non so se ci si possa spingere fino a una patrimoniale classica, ma se un istituto bancario o un grande immobiliarista hanno 10mila immobili, le loro aliquote si possono rivedere nel senso di una maggiore progressività».

Vorrebbe applicare lo stesso criterio anche alla ricchezza non immobiliare degli italiani?

«Già l’anno scorso la tassazione sulla rendita finanziaria è cresciuta, mettendoci più o meno al livello degli altri paesi europei. Ma la vera priorità per poter ridurre la pressione fiscale sul lavoro è far pagare le tasse a chi non le paga. È un nodo cruciale che non si sta affrontando fino in fondo. Ci sono 150 miliardi annui di evasione e 70 di corruzione. La ricerca delle risorse deve partire da lì».

Di lotta all’evasione si parla tanto e da tanti anni, forse è più difficile di quanto sembri.

«Dai risultati direi che la lotta è stata veramente debole, anche se ci sono stati anni in cui si è portato a casa qualcosa di più».

Già, ma a prezzo di polemiche sugli atteggiamenti vessatori dell’Agenzia delle Entrate ai danni dei contribuenti.

«Non servono i blitz di Cortina, ma piuttosto la collaborazione dei vari corpi dello Stato e l’incrocio delle “banche dati”. I comuni, per esempio, possono svolgere un ruolo importante, ma mi pare che finora non lo abbiano esercitato proprio per niente».

Altri elementi mancanti nelle scelte del Governo?

«La revisione di una legge pensionistica che sta massacrando il Paese. Per il problema degli esodati, anzitutto, ma anche perché non distingue tra i vari lavori per stabilire l’età pensionabile. Sfido chiunque a immaginare di lavorare su un’impalcatura o in cima ad una gru oltre i 65 anni. Ma penso anche a un insegnante che deve tenere una classe di 25 alunni o al commesso di un negozio che sta in piedi tutto il giorno. Queste cose vanno riviste, introducendo una flessibilità in uscita».