Dimensionamento scuole, il MIUR dia garanzie sugli organici

25.10.2011 18:44

Si è svolto oggi, al MIUR, il previsto incontro sulle problematiche connesse al dimensionamento delle istituzioni scolastiche, su cui le Regioni stanno procedendo in attuazione dell’art. 19 del decreto-legge 98/2011 (disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria). Si tratta della norma che dispone l’aggregazione delle attuali Direzioni Didattiche con gli attuali Istituti Secondari di I grado, adottando in modo generalizzato il modello degli Istituti Scolastici Comprensivi, da costituire sul parametro dei 1.000 alunni per istituto.

La questione presenta aspetti a dir poco controversi, a partire dal fatto che sui provvedimenti da adottare si registra ancora una volta il conflitto di competenze fra Stato, Regioni e Autonomie Locali, conflitto che si presenta in modo ricorrente a partire dalla riforma del Titolo V della Costituzione.

Sta di fatto che mentre alcune Regioni (sette e di diverso colore politico) impugnano la costituzionalità delle norme che dettano i criteri per il dimensionamento, il Ministero propone una sua elaborazione, illustrata oggi ai sindacati, in cui individua il numero ottimale di istituti comprensivi da istituire a livello provinciale e regionale.

E’ vero che il MIUR si è affrettato a chiarire che si tratta solo di uno studio a carattere orientativo, ma poichè tale elaborazione è stata allegata ad una nota che sollecita i Direttori Scolastici Regionali affinché a loro volta sollecitino le Regioni ad adottare tempestivamente i provvedimenti di loro competenza, al fine di consentire il raggiungimento dei connessi obiettivi di contenimento della spesa, è scontato che lo si legga come una pressione – più o meno legittima – per forzare eventuali inerzie da parte delle autonomie locali.

A dire il vero, in molti casi Regioni, Province e Comuni stanno assumendo tutt’altro atteggiamento, mettendo a punto piani che vanno spesso molto al di là delle stime ministeriali. I casi di Milano, di Genova e dell’Emilia Romagna, che ad oggi sembrano orientate a "tagliare" molto più di quanto dicano i numeri elaborati dal Ministero, sono al riguardo piuttosto eloquenti, così come lo è l’insufficienza, se non l’assenza, di coinvolgimento delle forze sociali nella fase istruttoria dei piani.

La CISL Scuola, nel corso dell’incontro odierno, ha stigmatizzato il fatto che su decisioni che investono le competenze di soggetti diversi siano mancate ancora una volta la capacità e la volontà di procedere attraverso previe intese e il legislatore abbia scelto invece di intervenire con atto unilaterale, innescando un prevedibile contenzioso. C’è da chiedersi fino a quando la condivisione delle scelte, in materia di politiche scolastiche, sia condannata a rimanere tutt’al più sulla carta come un mero auspicio.

In attesa che i nodi relativi ai conflitti di competenze trovino soluzione nelle dovute sedi, la CISL Scuola ha richiamato due esigenze prioritarie, che intende far valere ad ogni livello del confronto sulla questione del dimensionamento:

  • alle Regioni si chiede di assumere la funzionalità ottimale del servizio, più che il rispetto di “numeri ottimali”, come criterio che deve guidare le scelte con cui si disegna l’offerta formativa sul territorio; in questo senso devono essere attentamente commisurate la dimensione e l’articolazione delle istituzioni scolastiche. Sarebbe sicuramente opportuno, e lo abbiamo chiesto espressamente, consentire una gradualità nel tempo per interventi che la legge impone a decorrere dall'a.s. 2011/12 (ipotesi di fatto irrealizzabile e, infatti, non realizzata), ma che a nostro avviso non esclude possano essere diversamente scaglionati;
  • al Ministero, che di ciò conserva diretta competenza, si chiede di assicurare comunque l’attuale consistenza delle dotazioni organiche, con particolare riferimento a quelle del personale a.t.a. su cui più elevato è il rischio di ricadute derivanti dalle operazioni di dimensionamento. Quanto al numero minimo di 1.000 alunni per la costituzione dei nuovi Istituti Comprensivi, chiediamo che l’Amministrazione dia seguito alla disponibilità oggi manifestata di riconoscere margini di flessibilità nell’applicazione di tale criterio, consentendo eventuali opportune compensazioni.

Basta "tagli" è la prima delle richieste che la CISL Scuola ha inserito nella piattaforma vertenziale varata all’Assemblea Nazionale di Rivoli (To) un mese fa, una richiesta ribadita a Roma agli Stati Generali del Lavoro Pubblico del 12 ottobre scorso e riproposta con forza anche nell’incontro di oggi al MIUR.

Garantire gli attuali organici significa che gli interventi sulla rete scolastica non devono comunque riflettersi sul calcolo del numero dei posti, la cui attuale consistenza complessiva deve essere ad ogni costo salvaguardata. Solo in questo modo, peraltro, è possibile che chi assume le decisioni sull’assetto della rete scolastica lo possa fare traguardando un utilizzo più efficiente delle risorse di cui dispone, senza la preoccupazione di vedersele ridotte.

Sugli organici, come già osservato, le competenze sono al momento chiare, e sono del Ministero: da qui la scelta della CISL Scuola di assumere in modo esplicito e forte, anche nell’incontro di oggi, la tenuta degli organici come obiettivo da proporre e da sostenere con la dovuta determinazione.