Il cattivo odore della corruzione

26.03.2015 16:10
Categoria: Cultura & Società

Ha usato parole inequivocabili papa Francesco in visita a Napoli, nel condannare la corruzione e la criminalità. Caricandole di suoni che ne accentuano il significato. Un "realismo del linguaggio" su cui si sofferma questa bella riflessione di Leonarda Tola.

Una consonante per dare più bruttezza a una parola brutta : spuzza è più di puzza, una specie di puzza sputata. Così dalla bocca di Papa Francesco esce il disgusto per la corruzione e la criminalità, con un’onomatopea, chissà se voluta, che è malodore da vomito, di cui liberarsi. Il Papa a Napoli esprime con evidenza fisica la ripulsa per il danaro guadagnato nella vergogna delle vite disoneste, la condanna dei corruttori e di chi si lascia corrompere.

Non sembra casuale che il realismo del linguaggio di Francesco sia toccato soprattutto a Napoli, in sintonia viscerale con quanto fa la diversità e l’unicità della capitale mediterranea. A Napoli, dove l’umiliazione dei perdenti nelle guerre della storia si è fatta “peste”, a Scampia e nei ‘bassi’ di Forcella, si forgiano le voci di una lingua immortale di un’anima intrisa degli opposti e dei contrari, nel luogo di tutto il bene e tutto il male della vita, sporcata dal malaffare ma onorata dai suoi poveri e dai suoi santi, miseria dei panni esposti al sole e nobiltà dei suoi uomini e donne di intelletto e di pensiero.

Nelle parole del Papa in piazza Plebiscito si avverte la convinzione della grandezza e unicità del popolo napoletano, è risuonato con insistenza l’obbligo della vita buona, della legalità e dell’onore a cui la gente napoletana deve corrispondere rigettando la maledizione che assimila la napoletanità alla moralità uguale a zero di chi “tiene famiglia” e per campare delinque. Come l’ironia saggia, alla Eduardo, sul sangue di S. Gennaro che si scioglie a metà: dobbiamo ancora convertirci. Gli esami non finiscono mai.

Leonarda Tola

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