Hug a teacher today - Morte nella scuola di Newtown

17.12.2012 17:24
Categoria: Cultura & Società

Pubblichiamo una riflessione di Leonarda Tola sul tragico episodio avvenuto venerdì scorso, 14 dicembre, nella scuola elementare di Newtown (Connecticut, Stati Uniti), una folle sparatoria perpetrata da un ragazzo di vent’anni che è costata la vita a 27 persone, tra cui 20 bambini.

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“Vivere e morire a scuola”

di Leonarda Tola

Ha chiuso i bambini nello sgabuzzino e ha aspettato il massacratore che si è materializzato sulla porta dell’aula con le armi puntate;  la maestra ventisettenne ha salvato i suoi bambini della scuola di Newtown correndo il rischio mortale, ma sapendo calcolare l’inganno.

Non si è nascosta con loro, cedendo al primo impulso: non sarebbe stata credibile quell’aula vuota in una normale giornata scolastica, per Adam Lanza, che conosceva quella scuola, che gli era familiare.

E’ rimasta a fare scudo sulla porta, sola, decisa ad ammaestrare con le parole, le ultime, il rabbioso carnefice: “i bambini non sono qui, sono in palestra”.

Doveva essere una voce calma e persuasiva, quella della giovane Vicki Soto, il tono calmo di chi sa parlare con l’autorevolezza della maestra abituata a farsi ascoltare. Neppure il folle omicida ha pensato di contraddirla, le ha creduto, cedendo, forse per il  riflesso condizionato del bravo alunno che era stato, perché  alla maestra si deve credere. L’ha  uccisa, ma non smentita. L’accortezza pronta e salvatrice di una mente vigile e di un cuore generoso, fino al sacrificio estremo, contro la brutalità e l’ottundimento del male.

Come l’altra, Lauren Rosseau, maestra di 30 anni, uccisa mentre cercava di fermare l’assassino; come  Kaitlin Roig e Maryrose Kristopik, l’ insegnante di musica che recitava le preghiere ai piccoli nell’angoscia.

Con lo sterminatore anche noi siamo entrati in quella scuola, così uguale a tutte le scuole dei bambini, nelle aule e in presidenza, nella sala dei colloqui; davanti ai nostri occhi, in quel breve fllm dell’orrore, sono corse le immagini di un’ordinaria vita scolastica, fermata dalla canna di una pistola.

Si è vista la preside, Dawn Hochspung di  47 anni, competente e volitiva, straordinaria dirigente, hanno scritto, impegnata con la psicologa e i genitori a sviscerare uno dei tanti casi che si affrontano nella quotidianità, per arrivare, insieme, a riordinare i fili intricati dell’esistenza dei piccoli e grandi che si fidano della loro scuola.

Lungo i corridoi, nelle aule e tra i banchi dei seicento alunni, c’era, piena di senso e di voci, di allegria e sapore, la vita ordinata di una scuola. Prima della follia. Ma anche dopo. In fila, il braccio teso e la mano sulla spalla del compagno, secondo le istruzioni e con le maestre, i bambini salvati.