Il Papa nell'isola dell'umanità in fuga

09.07.2013 14:32
Categoria: Cultura & Società

Un viaggio che turba il nostro quieto vivere. Sulla visita di papa Francesco a Lampedusa una riflessione di Leonarda Tola.

"Papa Francesco ha ascoltato il richiamo di un’isola, piccolo lembo di terra più africana che siciliana, dove si reca nel suo primo viaggio pastorale in Italia. Il Papa discende a Lampedusa, nome che sembra richiamare scaglie di mare che scintillano, lampade che si accendono, per spegnersi subito dopo, inghiottite da quel mare di morte, cimitero dei quasi ventimila annegati, scaricati come sacchi a perdere dai barconi.

Rito penitenziale quello celebrato dal pontefice che prevede il Miserere: voce che si leva in mezzo al mare a invocare la difesa dei miseri, il perdono per l’iniquità di cui è intrisa la carne, come grida il salmo 50.

Papa Francesco ha voluto solcare quelle acque, tomba per tanti innocenti, e chiedere, su quel luogo simbolo, il perdono e la liberazione dall’indifferenza “globalizzata”, dall’oblio nei confronti degli ultimi. La tragedia dell’emigrazione di donne e uomini che cercano vita e trovano morte ha proporzioni sconfinate, è l’affermarsi, come altre volte nei tornanti della storia, della resa e del naufragio dei più deboli.

Non li respingiamo a fucilate, e qualcuno da noi l’aveva anche proposto, ma lasciamo che muoiano, o si salvino aggrappati alle gabbie per tonni. E’ stata, pare, proprio l’immagine di quel disperato appiglio a turbare l’animo di Francesco spingendolo all’urgenza dell’incontro. Con i migranti, nel punto d’attracco, a Lampedusa dove toccano terra e la baciano, ributtati dai flutti e riconoscenti alle mani che si prestano a tirarli a riva. La migrazione di Francesco a Lampedusa, la croce pastorale ricavata dal legno delle zattere, sono un potente trasferimento di sguardi e pensieri. È un’ottica dell’attenzione quella che ci ha portati tutti lì, costretti a fermare l’obbiettivo sui volti dei naufraghi, per deciderci a vederli e aiutarli, con l’urgenza che esigono solidarietà e giustizia.

Provoca il nostro quieto sopore la sosta di Papa Francesco ai confini tra vita e rischio, tra speranza e disperazione. A Lampedusa, dove si affaccia uno dei tanti sud del mondo, incontro a un’umanità che approda inerme, in fuga da fame e guerra".

Leonarda Tola, 9 luglio 2013