Commissione europea: gli studenti disabili sono ancora svantaggiati in tutta Europa

24.08.2012 09:13
Categoria: Sguardi Diversi

Gli Stati membri dell'Unione Europea (UE) sono impegnati da tempo a promuovere un´istruzione inclusiva per i bambini con bisogni educativi specifici e per gli adulti disabili; ancora oggi, però, essi si trovano in situazione di svantaggio, come risulta da una recente relazione pubblicata dalla Commissione europea. Molti sono inseriti in istituzioni separate e coloro che frequentano invece le classi comuni spesso non ricevono un sostegno adeguato.
LA RELAZIONE - La Commissione sollecita gli Stati membri dell'UE a sviluppare sistemi d´istruzione inclusivi e a rimuovere gli ostacoli che impediscono la partecipazione, la formazione e l´occupazione. "Dobbiamo intensificare gli sforzi per porre in atto politiche d´istruzione inclusiva … L´istruzione inclusiva non è un optional: è una necessità di base" ha affermato Androulla Vassiliou, Commissario europeo responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. In UE vi sono circa 45 milioni di cittadini adulti con disabilità e 15 milioni di bambini con bisogni educativi speciali. In alcuni casi essi sono privati di qualsiasi opportunità d´istruzione e di occupazione.
I bambini abbandonano spesso la scuola non provvisti di qualifiche che possano aiutarli nelle future prospettive occupazionali. Da adulti sono perciò spesso disoccupati o svolgono lavori discontinui e poco remunerativi. In UE, infatti, si registra una generale convergenza sulle politiche in tema di disabilità e occupazione. Tuttavia, il sostegno all'occupazione e i programmi di formazione professionale non sempre sono efficaci.

L'INCLUSIONE - Il problema si pone in maniera molto evidente per i bambini economicamente svantaggiati o appartenenti a minoranze etniche, i quali in genere frequentano scuole speciali. Dalle ricerche emerge che essi potrebbero frequentare le classi normali se si investisse di più sul loro sviluppo, eliminando gli svantaggi derivanti dalle loro condizioni socio-culturali. Qualcosa del genere accadde in Italia, circa 50 anni fa, ai figli degli operai meridionali emigrati al nord, i quali a causa dello svantaggio sociale e delle scarse competenze nella lingua italiana finirono spesso nelle classi differenziali. Permane, cioè, una notevole diversità tra gli Stati membri, sia nel modo di identificare i bambini con bisogni educativi specifici, sia nel loro collocamento nell´istruzione: se in Belgio, attualmente il 5,2% frequenta scuole speciali, in Italia vi è invece la completa inclusione nelle classi comuni.

Nella relazione emerge tuttavia che in tutta Europa si sta diffondendo la consapevolezza che gli allievi disabili possono essere integrati nell´istruzione generale. Il quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell´istruzione e della formazione ("Et 2020"), infatti, incoraggia gli Stati membri a fare il necessario per un´efficace inclusione. Il modello italiano, perciò, si mostra avanzato e si registra sempre più una generale convergenza verso di esso. Ci si augura vivamente che si eviti di sacrificarlo sull'altare dei tagli.


APPROFONDIMENTI

Educazione e disabilità in Europa 

Agenzia europea per lo sviluppo dell´istruzione per studenti con bisogni specifici