"Sotto i 1500 euro si fa fatica a vivere"

12.03.2014 17:46

Con uno stipendio mensile netto di 1.500 euro si fa fatica a vivere. Così afferma il premier nella sua lunga e nota intervista a Fabio Fazio di domenica 9 marzo. Basta fare pochi conti per vedere che la metà del personale scolastico prende meno di quella cifra.
Per tutta l’area del personale ATA (ad eccezione dei direttori dei servizi) rappresenta una soglia praticamente impossibile da raggiungere, anche a fine carriera. Per i docenti, stanno sotto quel valore la metà di quelli che lavorano nella scuola primaria e dell’infanzia e oltre un terzo di quelli delle secondarie.
Complessivamente, in un comparto che impiega 935.000 addetti più della metà (500.000 circa) riceve retribuzioni con cui “si fa fatica a vivere”, e il quadro avrebbe tinte ancora più fosche se prendessimo in considerazione gli stipendi delle scuole paritarie e della formazione professionale.
Naturalmente il dato può avere incidenza variabile a seconda del contesto familiare a cui quel reddito va riferito, resta però abbastanza eloquente nel descrivere la situazione, che è certamente quella di una categoria tutt’altro che privilegiata.
Si può dunque capire perché sia così importante per noi la difesa delle posizioni economiche del personale ATA, o la vertenza per il recupero degli scatti di anzianità, che riguarda docenti e ATA; le abbiamo indicate come vere e proprie emergenze anche nella giornata di ascolto promossa lunedì scorso dal partito di cui il premier è segretario, dicendoci pronti a sostenere processi di innovazione profonda ma chiedendo che chi lavora nella scuola sia chiamato a esserne primo protagonista.
Quella salariale è un’emergenza a cui dare immediata risposta, sapendo che passa anche da questo la credibilità degli impegni assunti rispetto alla centralità della scuola e alla dignità del lavoro che vi si svolge.

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