Tavolo per la sicurezza nelle scuole, riunioni del 17 e 18 dicembre

19.12.2020 11:22
Categoria: Emergenza coronavirus, Sicurezza sul luogo di lavoro

Il 17 e il 18 dicembre, in vista delle modifiche da introdurre nei Protocolli per la sicurezza nelle scuole, i partecipanti ai relativi tavoli permanenti (segmento zero sei anni e sei-diciotto) hanno incontrato i rappresentanti degli Uffici scolastici regionali, i responsabili di settore delle Province autonome di Bolzano e Trento e diversi rappresentanti degli enti locali. Gli incontri sono stati coordinati dal Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione. Sono state rappresentate le maggiori criticità e proposti alcuni suggerimenti per la modifica dei Protocolli; è stata inoltre affrontata la questione dei trasporti per gli alunni delle scuole secondarie superiori, in relazione alla soglia minima del 75% per il rientro in presenza degli allievi.
È stato evidenziato l’impegno di alcune Regioni o Province ad affrontare questo problema con molta attenzione, cercando di coinvolgere le scuole istituto per istituto e individuando soluzioni sostenibili. In altri casi invece si è proceduto a proposte di programmazione studiate in base alla particolarità di alcune situazioni provinciali. In Campania, e particolarmente a Napoli, si è arrivati a prevedere addirittura tre turni per l’ingresso a scuola; in più situazioni, come rilevato anche dalla Basilicata, si rileva una scarsa attenzione alle esigenze didattiche ed organizzative delle scuole da parte di altri enti. Siamo infatti davanti alla terza riorganizzazione richiesta alle scuole ed alle famiglie dal momento dell’insorgenza della pandemia.
I tavoli provinciali sono comunque in attesa di eventuali ulteriori indicazioni che potranno essere contenute nei prossimi imminenti provvedimenti del Governo. Numerose regioni hanno esplicitamente sottolineato che la soglia del 75% potrebbe essere ridotta al 50-60% per offrire maggiori garanzie rispetto alla prevenzione del contagio, per evitare assembramenti alle fermate dei mezzi di trasporto e davanti alle sedi scolastiche e per non costringere le scuole ad acrobatiche ed estremamente onerose revisioni dell’organizzazione oraria e della gestione. Tra l’altro alcune turnazioni immaginate per conciliare i tempi scolastici con la capienza dei trasporti comporterebbero gli alunni orari disagevoli, che li costringerebbero a rientrare a casa molto tardi.
Altra soluzione prospettata (USR Sardegna - USR Abruzzo) è quella di una turnazione non organizzata per classi, ma con alternanza di intere scuole oppure con particolare attenzione ad alcune tipologie di istituti o l’introduzione di riduzioni orarie con recupero in modalità asincrona (USR Sicilia). In alcune regioni l’elaborazione di strategie di coordinamento dei trasporti e degli orari scolastici è già molto avanzata, come ad esempio in Veneto, ove sono stati previsti diversi scenari, anche grazie al forte impegno dell’USR. In accordo con le autorità scolastiche, la Regione ha programmato di utilizzare i fondi stanziati per i trasporti e di impiegare personale alle fermate per evitare assembramenti. Si è previsto inoltre di utilizzare strategie di comunicazione per invitare l’utenza ad assumere corretti comportamenti, coinvolgendo le Consulte degli studenti e le Associazioni delle famiglie. In tale direzione si sta orientando anche la Regione Abruzzo. Rispetto alla gestione del Protocollo per la sicurezza, l’USR Veneto ha diffuso linee guida per la creazione di protocolli di scuola, con ottimi risultati. Ha comunque rilevato che l’alto tasso di precariato ha costituito un ulteriore problema su uno scenario già pesante. Infatti, si registra una percentuale di personale precario pari al 24,3% dell’organico, percentuale che è addirittura del 53,9% per i posti di sostegno. In generale i responsabili degli USR hanno ripetutamente sottolineato le difficoltà incontrate dai Dipartimenti di prevenzione nel tracciamento dei contagi e nella disposizione delle misure di quarantena. Alcuni territori hanno proposto possibili soluzioni che potrebbero essere estese al territorio nazionale (es. comunicazioni via sms o certificati di quarantena collettiva per le classi, transito automatico a modalità di didattica a distanza in caso di comunicazione di contagio da parte delle famiglie e temporanea assenza di formalizzazione della quarantena, test rapidi a scuola in caso di segnalazione di un contagio per evitare quarantene, potenziamento dei servizi dedicati al tracciamento nelle scuole, ecc.).
Altra criticità ricorrente è relativa alla durata della quarantena e al rientro a scuola dopo il ventunesimo giorno, in assenza di negativizzazione del risultato del tampone. Ulteriore aspetto rilevante di cui si è discusso è quello relativo alle istanze avanzate da molte famiglie di ricorrere alla didattica a distanza, pur in assenza di situazioni di fragilità e anche nel primo ciclo dell’istruzione. Sono inoltre cresciute notevolmente le richieste di ricorrrere all’istruzione parentale, il che rende fra l’altro più difficile il controllo dell’adempimento dell’obbligo scolastico. Anche la gestione delle “bolle” nel segmento 0-6 ha evidenziato molte criticità, rivelandosi una misura scarsamente applicata e diversamente interpretata sul territorio nazionale.
Infine, è stata sottolineata l’esigenza di ripensare sin da ora i limiti di organico, se si prevede che a settembre le scuole dovranno ancora rispettare vincoli di distanziamento sino ad ora necessari. Molti interlocutori, sia dell’Amministrazione scolastica sia degli Enti locali, hanno sottolineato l’impegno profuso dalle scuole e riconosciuto l’alto livello di cura espresso dagli istituti nell’applicazione severa delle misure di prevenzione, tanto che non sono in generale segnalati focolai riconducibili ad istituti scolastici.