I dati sulla mobilità confermano: il contratto ridimensiona la "chiamata diretta"

27.07.2017 13:12
Categoria: Mobilità, Personale docente

L’elaborazione dei dati relativi ai movimenti del personale docente per il 2017/18 non lascia adito a dubbi: l’operazione condotta al tavolo di trattativa per il contratto sulla mobilità, con cui si è data a tutti la possibilità di chiedere il trasferimento direttamente su singola scuola, evitando le procedure della cosiddetta “chiamata diretta”, è andata molto al di là della sua valenza simbolica, pur importante.
I trasferimenti diretti su scuola non sono infatti, come si sarebbe potuto ipotizzare, una quota residuale, ma rappresentano una percentuale elevatissima, l’81,4%, sul complesso dei movimenti effettuati (84,6% nella scuola dell’infanzia, 84,1% nella scuola primaria, 80,1% nella secondaria di I grado, 78,7% nella secondaria di II grado).
Esaminando altri dettagli, si constata che il movimento su ambito riguarda prevalentemente i trasferimenti in altra provincia, che avvengono infatti in maggioranza con tale modalità, anche se lo scarto rispetto ai trasferimenti su scuola non è così eclatante (56,5% contro 43,5% nella scuola dell’infanzia, 54,6% contro 45,4% nella primaria, 51,2% contro 48,8% nella secondaria di I grado, 52,7% contro 41,3% nel II grado). Se ci si limita invece ai soli movimenti all’interno delle singole province, la percentuale dei trasferimenti su ambito si riduce notevolmente (solo il 5,1% dei movimenti nella scuola dell’infanzia, il 7,1% nella primaria, il 9,2% nella secondaria di I grado, poco più dell’11% alle superiori).
I dati sono molto eloquenti – sostiene la segretaria generale Cisl Scuola Maddalena Gissi - e attestano la qualità del lavoro svolto in una trattativa di cui la nostra organizzazione è stata, anche in questa occasione, uno dei protagonisti più lucidi e determinati”.
Resta la convinzione tante volte espressa – prosegue la Gissi - che tutta la parte relativa alle modalità di assegnazione della sede ai docenti sia uno dei capitoli più discutibili della legge 107, e che sarebbe quanto mai opportuna una sua profonda rivisitazione, considerato lo scarso o nullo vantaggio che per le scuole può derivare da procedure inutilmente farraginose e indubbiamente penalizzanti per il personale. Gli stessi dirigenti, anche quest’anno, si vedranno costretti a gestire le procedure di assegnazione della sede in tempi ristrettissimi, con benefici per le loro scuole che si fa molta fatica a vedere”.
In attesa che si aprano spazi di riflessione e di possibile revisione dell’impianto normativo, fuori da arroccamenti ‘ideologici’ insensati e facendo piuttosto tesoro di quanto rilevabile in sede di concreta applicazione della legge 107 – conclude la leader della Cisl Scuola - possiamo dirci soddisfatti dei risultati ancora una volta ottenuti con lo strumento della contrattazione. Quello che abbiamo fatto può dirsi davvero un ottimo lavoro”.