Lorenzo e lo studio: fatica e amore

29.09.2015 18:28
Categoria: LETTERE

Un'altra lettera di un professore, che racconta a Lorenzo (e a noi) la sua personale esperienza di studente e di insegnante e, citando S. Agostino, come in essa "fatica e amore" trovino la necessaria e giusta composizione.

In un (noto) film dal titolo Will Hunting, il compianto Robin Williams trova conforto all’enorme (e un po’ presuntuosamente vantato) bagaglio di conoscenze di un ribelle Matt Damon rinfacciando al giovane genio di saper tutto su Michelangelo per aver tutti i libri sull’argomento, ma di non aver mai sentito l’odore che si respira nella cappella Sistina. E dunque, caro Lorenzo, hai ragione: che senso ha studiare Picasso e non andare a vedere l’orrore di cui trasuda Guernica? Forse che l’aver preso nove testimonia un’intima comprensione del capolavoro?
Certo che no…
E però mi viene in mente anche un’altra citazione, che da giovane, diciamo pure all’età di Lorenzo, ignoravo, ma i cui contenuti intuivo nelle mie adolescenziali considerazioni: “quando si ama, non si fatica, o, se si fatica, questa stessa fatica è amata”.
E’ Sant’Agostino, e certo non ci si dirà blasfemi se interpretiamo l’amore come amore per lo studio.
Perché nei miei anni di studente di liceo classico ho spesso vissuto la fatica di Lorenzo, dover studiare correndo dietro a un professore che a sua volta inseguiva un programma. Non solo, ma come te Lorenzo, ho pensato di diventare un professore (e lo sono diventato, di greco e latino in un prestigioso liceo lombardo), a prezzo di altra fatica.
E, non per abbatterti, ancora oggi lotto faticosamente contro colleghi che inseguono un programma da realizzare indipendentemente dal successo che viene garantito a coloro a cui questo programma viene offerto.
Eppure oggi come allora mi accorgo che la fatica dello studio, per quanto grande e spesso apparentemente vana, è leggera, perché dolce è il suo frutto: per me, a seguito miei studi sui classici, la possibilità di ascoltare meglio la voce degli uomini dopo averne letto le parole scritte, arricchendo così me stesso.
E cerco di trasmettere ai miei studenti non ciò che io ho imparato, ma che dolce è il frutto della fatica, spesso premio a se stessa.

Enzo Cubelli