CGIL, CISL, UIL: rafforzare la permanenza della Grecia nell'UE

05.07.2015 19:09
Categoria: Articoli e interviste

In una nota congiunta i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Carmelo Barbagallo indicano la necessità di uno sforzo condiviso da tutti per rafforzare "la permanenza della Grecia nell'Unione, consentendo una ristrutturazione del debito con tempi più flessibili così da consentire e ristabilirne un percorso di crescita sostenibile".

""L'Europa sta attraversando una delle fasi più critiche e regressive della sua storia. A dispetto dei recenti segnali di ripresa, l'andamento dell'economia e dell'occupazione nell'Eurozona e dell'Unione nel suo complesso resta deludente a causa della bassa domanda e dei persistenti impedimenti strutturali. Tuttavia è la mancanza di una reale integrazione politica ed economica a determinarne in maniera preponderante la grave situazione economica e sociale.
La vicenda greca è emblematica ed è frutto di tali debolezze che si ripercuotono inesorabilmente sulla sua dimensione sociale. Le misure di austerità non solo non sono riuscite a far ripartire la crescita ma hanno contribuito a creare una crisi occupazionale ma soprattutto sociale ed umanitaria, scaricando gli oneri di aggiustamento maggiori su famiglie, lavoratori e pensionati, facendo così precipitare tutti i principali indicatori sociali (con livelli di povertà prossimi al 40%, indebolimento della sanità pubblica, aumento delle problematiche legate alla nutrizione infantile ed altre preoccupanti implicazioni).
Le debolezze della governance europea e dei relativi processi decisionali, spesso intergovernativi e di tutela di interessi nazionali, hanno inoltre contribuito a rendere problematiche le trattative tra UE e Grecia, le quali dopo cinque mesi sono al limite della rottura e dell'uscita della Grecia dall'Euro. Queste dinamiche non solo si sono mostrate inidonee ad uscire dalla crisi e a far ripartire l'economia ma hanno generato malessere sociale facilmente strumentalizzabile da populismi e movimenti antieuropeisti.
La questione della crisi greca pone dunque in risalto la mancanza di un genuino spirito europeista e dei valori ad esso connessi, in primis solidarietà e cooperazione, nonché la necessaria attenzione alla dimensione sociale, capaci di riportare non solo la Grecia ma l'Europa intera su un percorso di crescita sostenibile. L'insieme degli Stati europei, a partire dai paesi economicamente più forti, deve dimostrare nei confronti della Grecia un atteggiamento meno inflessibile e improntato alla cooperazione, alla considerazione della gravità della situazione economica, al consolidamento dell'area dell'euro.
CGIL-CISL-UIL, nell'esprimere vicinanza ai lavoratori ed al popolo Greco, chiedono a tutti i leader politici di trovare una via di uscita alla crisi in linea con lo spirito dell'integrazione Europea basata su solidarietà, interdipendenza e rispetto delle decisioni democratiche. A tal riguardo, occorre far convergere tutti gli sforzi per rafforzare la permanenza della Grecia nell'Unione, consentendo una ristrutturazione del debito con tempi più flessibili così da consentire e ristabilirne un percorso di crescita sostenibile.
E' necessario individuare una soluzione bilanciata che, lungi dallo scaricare tutti i costi su lavoratori, pensionati e famiglie, sia basata su piani solidi ed efficaci di investimento per crescita e occupazione che non possono non trovare a livello europeo un centro di propulsione e sostegno. Solo un contesto di stabilità politica, economica e sociale fortemente integrato è in grado di assicurare investimenti, crescita e occupazione e capace di far fronte alle speculazioni dei mercati: lasciare la Grecia al proprio destino sarebbe pericoloso anche per la stabilità geopolitica dell'intera area creando possibili ripercussioni ed effetti speculativi a catena.
La Confederazione europea dei sindacati ha il compito di creare il massimo di solidarietà e di consenso attorno ai lavoratori e ai sindacati greci, anche attraverso apposite iniziative di coordinamento e di mobilitazione.
CGIL-CISL-UIL chiedono ai leader politici un cambio di passo volto all'assunzione di decisioni che tutelino gli interessi dei lavoratori e cittadini europei nello spirito originario del progetto europeo. Occorre ripartire da una genuina politica europea in grado di farne riemergere i valori costitutivi, fondativi ed inclusivi, promuovendone il modello sociale il quale, attraverso il contributo delle parti sociali, è la via maestra per assicurare crescita e coesione sociale; da una politica europea che veda nella dimensione sociale un investimento, un pilastro della sua esistenza e volano di sviluppo; da una politica sociale fortemente integrata con quella di sviluppo che sia attenta alle fasce più vulnerabili della popolazione che sono le più colpite dagli squilibri e che partendo dalla qualità del lavoro faccia leva su fattori genuini di competitività come ricerca, innovazione, infrastrutture, politiche industriali e capitale umano.
CGIL-CISL-UIL ribadiscono quindi come solidarietà, equità, giustizia sociale, crescita e sviluppo nei vari Stati potranno essere raggiunti solo in una prospettiva di massima integrazione delle politiche, di cambio degli approcci macroeconomici, e di misure che favoriscano la fiducia dei cittadini nel progetto europeo che solo un cammino Federale è in grado di assicurare. Per tali ragioni è necessario rilanciare una visione europea che vada oltre tecnicismi e parametri e faccia compiere all'Unione il necessario salto di qualità passando da regole comuni e istituzioni comuni per migliorarne il contesto interno e competere come modello sostenibile di sviluppo a livello internazionale"
".