TANTE PARTITE ANCORA APERTE. Articolo di F. Scrima, Segr. Generale Cisl Scuola (sul prossimo numero di “Scuola e Formazione”)

16.10.2006 18:13
Categoria: Comunicati Stampa

Segni contrastanti quelli che cogliamo in questo inizio di anno scolastico. Per la scuola non ci sono mai tempi facili, ma un conto è confrontarsi con le difficoltà di un compito di per sé impegnativo e sempre nuovo qual è quello di lavorare con bambini e ragazzi, un conto è dover contrastare continuamente le resistenze, la sordità, la miopia, le chiusure che spesso la politica ci riserva.

Mai come oggi tante partite sono aperte e allora c'è bisogno di tutto l'orgoglio della categoria e di tutta la forza sindacale per garantire esiti soddisfacenti e prospettive chiare all'esigenza fondamentale di dare valore e qualità a quel fondamentale servizio pubblico che la scuola offre.

All'inizio dell'anno scolastico qualche segno di serenità e qualche speranza: ci confortavano le parole del Presidente della Repubblica e ci trovavano attenti i primi atti del Ministro e la sua dichiarata volontà di dare ascolto alla scuola viva.

Del resto, grazie alle nostre pressioni e agli esiti della sequenza negoziale del 17 luglio scorso, l'estate aveva portato alcuni buoni risultati, a partire dall'eliminazione del tutor che ha restituito ai docenti la piena titolarità delle funzioni del loro profilo, in un contesto di chiara collegialità, senza più pericoli di mortificazione professionale e di impropria sovraordinazione gerarchica.

Stesso risultato positivo si è ottenuto con le modifiche all'introduzione del portfolio e la restituzione ai docenti della piena responsabilità nella scelta e nell'utilizzo dei documenti di valutazione.

Così, anche con una nota di indirizzo che anticipa il percorso per il superamento delle Indicazioni nazionali e la variegata coda di piani personalizzati, unità di apprendimento e OSA, potevamo registrare un'importante inversione di tendenza rispetto alla stagione Moratti e potevamo sperare che si dissipasse in fretta l'acuto disorientamento degli operatori scolastici.

Ma le buone notizie che venivano dal tempo estivo avevano le gambe corte.

Come le bugie, quelle che cominciavano ad apparire confrontando i programmi della campagna elettorale di qualche mese prima con le scelte concrete che ora il Governo iniziava a far conoscere.

Nodi assopiti ed elusi si presentavano al pettine delle valutazioni e delle scelte economiche che andavano profilandosi.

Quando si parla di rigore noi continuiamo a dire che la prima forma di rigore è quella della coerenza e della scelta delle priorità su cui intervenire.

Non c'è dubbio che una scelta prioritaria per il Paese è quella capace di impostare politiche di sviluppo e investimento che facciano perno su una scuola di qualità.

Ma qui gli impegni scampanellati in campagna elettorale hanno cominciato ad appannarsi.

Se in tema di Riforma abbiamo registrato positivamente gli orientamenti e i primi atti del Ministro, diciamo che è ora di passare dal cacciavite a strumenti più adeguati e utili, così da superare la fase di smontaggio e avviarne una di costruzione.

Ma già pensare ad una riforma all'interno di una finanziaria non è un segnale lungimirante.

Sul rapporto Riforma e Finanziaria c'è anche una questione di metodo che non condividiamo: non si può utilizzare una finanziaria per introdurre elementi di una riforma del sistema.

Nel merito poi, possiamo anche valutare positivamente la proposta di innalzamento di un obbligo di istruzione che supera una visione meramente e rigidamente scolasticistica.

Noi restiamo fortemente convinti delle posizioni che abbiamo espresso anche nel convegno su La Buona Scuola e su questo siamo pronti a confronti seri.

Ritornando al cuore della Finanziaria, dobbiamo ricordare come l'avvio del suo percorso sia stato uno dei peggiori.

I timori per i tagli annunciati erano stati confermati dai pochi articoli che una prima stesura della manovra riservava alla scuola.

Abbiamo reagito subito e con forza.

Abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con il Presidente del Consiglio e, fortemente determinati a mobilitare la categoria, siamo riusciti a "sventare l'agguato" e a far ritirare l'articolato già predisposto.

Anche nella stesura poi presentata alla Camera molti sono i punti che contestiamo, come scriviamo nell'analisi critica sviluppata all'interno del giornale.

Qui basta farne un primo elenco: il rischio, con le sezioni "primavera", di "asilizzare" la scuola per l'infanzia; l'intervento sul sostegno e sull'insegnamento della lingua inglese; l'accresciuto rapporto alunni/classe; il limitato e insufficiente abbattimento del precariato ATA e, con la prospettata eliminazione delle graduatorie permanenti docenti, la cancellazione di un diritto al riconoscimento di anni di impegno di difficile servizio alla scuola; il mancato riconoscimento al giusto inquadramento per il personale ATA ex Enti Locali.

Restiamo vigili e impegnati su questi e su altri delicati aspetti, chiedendo correzioni in sede parlamentare.

L'articolo finale riferito alla scuola di questa finanziaria rimanda al contratto.

Un contratto già scaduto da dieci mesi.

Il rinnovo del contratto è un sacrosanto diritto dei lavoratori perché strumento indispensabile per la salvaguardia del potere d'acquisto delle retribuzioni e per il riconoscimento della professionalità che nella scuola si esprime.

C'è bisogno di considerare e risarcire quell'accresciuto tasso di impegni e di responsabilità che tutti nella scuola stanno da tempo affrontando.

Su tutto questo chiediamo aperture vere e risorse economiche per garantire la copertura finanziaria per il rinnovo del primo biennio.

Lo diciamo chiaramente: in assenza di risposte concrete ci sarà la mobilitazione.

Ai segni contrastanti che questa stagione politica ci sta offrendo corrispondono sicuramente anche i sentimenti, tra speranze e timori, che cogliamo nella scuola.

Noi li assumiamo come sempre per investirli politicamente e sindacalmente nella rappresentanza e tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori e per la migliore qualità dell'offerta formativa.

Lo possiamo fare grazie al nostro radicamento nella categoria e alla nostra presenza nelle scuole in cui, ora, siamo protagonisti della competizione elettorale per il rinnovo delle RSU.

Il confronto e le rivendicazioni che noi esprimiamo anche in questo ambito contrattuale sono una garanzia per tutti.

In un anno pieno di impegni diamo forza alla rappresentanza CISL Scuola sui luoghi di lavoro.

La Buona Scuola è questo: la tua professionalità, la nostra organizzazione, la dignità di tutti.

Francesco Scrima - Segretario Generale della CISL Scuola