2° ciclo/progetto sperimentazione: quale logica?

29.01.2006 00:00
Categoria: Riforma Sistema Scolastico

Dichiarazione di Francesco Scrima con la quale si stigmatizzano le intenzioni del MIUR di promuovere un progetto di "innovazione" per anticipare all'a.s. 2006/07 la riforma degli ordinamenti liceali e l'articolazione dei relativi percorsi di studio


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Dichiarazione di Francesco Scrima

Segretario Generale della CISL Scuola<o:p></o:p>


PROGETTO DI INNOVAZIONE


Con sconcerto, disappunto e preoccupazione apprendiamo, da anticipazioni giornalistiche, che il MIUR si accinge a promuovere un progetto di "innovazione" riguardante la possibilità di anticipare - fin dal prossimo a.s. 2006/07 - la riforma degli ordinamenti liceali e l'articolazione dei relativi percorsi di studio, come previsti dal decreto legislativo 17.10.2005, n. 266, la cui entrata in vigore, come è noto, è stata fissata al 1° settembre 2007.<o:p></o:p>

Se così è - e le dichiarazioni del Ministro Moratti rilasciate a Catania ne costituirebbero un'autorevole conferma - ci troveremmo di fronte ad un evidente strappo di natura politica ed interistituzionale, ma, ancor più, ad una clamorosa violazione ordinamentale.

Verrebbe sconfessato, infatti, l'accordo raggiunto in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni lo scorso 15 dicembre e violato sostanzialmente il contenuto del comma 4 dell'art. 27 del suddetto decreto 266 nel quale testualmente si sancisce che "sino alla definizione di tutti i passaggi normativi propedeutici all'avvio del secondo ciclo, di competenza del MIUR, il medesimo Ministero non promuove sperimentazioni del nuovo ordinamento nelle scuole, ferma restando l'autonomia scolastica".

Ma strappi e violazioni non si fermano qui.

Da una "bozza" di decreto che sta circolando in queste ore, viene fatto espresso riferimento ai "DD.MM. 28 dicembre 2005 con i quali (in applicazione del comma 1, lett. a, b e c dell'art. 27 del decreto legislativo 226/05) sono stati definiti rispettivamente le tabelle di confluenza, quelle di corrispondenza e l'incremento fino al 20% della quota dei Piani di Studio rimessa alle Istituzioni Scolastiche".<o:p></o:p>

Poiché di questi Decreti Ministeriali a tutt'oggi non v'è alcuna traccia, ancorché risalenti ad oltre un mese fa, ci poniamo alcuni inquietanti interrogativi.<o:p></o:p>

<![if !supportLists]>ü <![endif]>Se questi Decreti esistono, perché non sono stati rispettati i criteri che sovrintendono all'azione amministrativa quali la trasparenza, la pubblicità e la previa informazione alle Parti Sociali interessate oltreché il previo confronto in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni?<o:p></o:p>

<![if !supportLists]>ü <![endif]>Se questi Decreti non fossero stati emanati alla data indicata, oltre alla violazione dei criteri sopra richiamati, non ci troveremmo di fronte ad un vero e proprio falso materiale?<o:p></o:p>

In ogni caso, e a prescindere dal merito, tutta l'operazione di varo da parte del MIUR di un progetto di "innovazione" risulta fortemente viziato sul piano politico-istituzionale e giuridico-ordinamentale.<o:p></o:p>

Innanzitutto, nonostante il ricorso all'artificio linguistico di rinunciare al termine "sperimentazione" per proporre quello meno esigente di "innovazione", è evidente il tentativo del MIUR di proporre fin dall'a.s. 2006/07 quanto invece era stato rinviato, con scelta ragionevole e condivisa, all'a.s. 2007/08.<o:p></o:p>

Riprendendo un giudizio da noi espresso in occasione dell'analogo progetto elaborato nell'estate del 2005 e poi accantonato, siamo in presenza di un uso strumentale in quanto puramente politico della "sperimentazione" e quindi di una sua mistificazione.<o:p></o:p>

Riproporre ora, e ad iscrizioni terminate, che alcune scuole possano modificare sul piano organizzativo e didattico i percorsi previsti dal vigente ordinamento per anticipare, anche parzialmente quelli previsti dalla Riforma, significa determinare ulteriori e impreviste condizioni di incertezza, confusione e disorientamento, in aggiunta a quelle che da alcuni anni stanno condizionando negativamente le scelte delle famiglie.<o:p></o:p>

A quale logica e a quali ragioni risponde questa iniziativa, dietro l'accattivante e demagogico alibi di valorizzare l'autonomia delle istituzioni scolastiche e la libera adesione di studenti e famiglie?

La CISL Scuola è convinta che non ci siano ragioni di scuola bensì la volontà del MIUR e del Governo di imporre con arroganza un progetto di innovazione né partecipato né condiviso.<o:p></o:p>


Roma, 30 gennaio 2006<o:p></o:p>

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