Annamaria Furlan: sull'alternanza non nascondere difficoltà e problemi

28.03.2017 17:04
Categoria: Iniziative e manifestazioni

"Noi vogliamo cambiare le tante cose che continuano a non andare bene nel nostro Paese, in cui tante cose sono ancora profondamente ingiuste. I giovani sono energia e risorsa fondamentale per cambiare e cambiare in meglio". Così Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, nel suo intervento all’ITIS Galilei. “È ingiusto che un bambino al Sud oggi non abbia diritto al tempo pieno, come lo è la difficoltà a spostarsi per la mancanza di infrastrutture. Una partecipazione attiva dei giovani alla vita sociale può dare una spinta forte al cambiamento, trasformando ciò che sembra un sogno in un percorso che porta a risultati positivi".
"La scuola- ha continuato Annamaria Furlan - è elemento di cultura come lo è il lavoro. Scuola e lavoro insieme determinano la possibilità di essere cittadini a pieno titolo in questo Paese". Un'esperienza, quella dell'alternanza, che deve legarsi al diritto degli studenti ad "avere un percorso con tappe chiare e verifiche chiare".
"Il lavoro non si deve subire, è un elemento importante nella nostra vita", mentre "è la scuola che ci fa diventare comunità'". È questa la sfida da cogliere, secondo la Segretaria Generale Cisl. "Anche il sindacato - ha proseguito Furlan - ha bisogno dei giovani. Richiamatelo ai suoi doveri, siate protagonisti con la vostra partecipazione per costruire un Paese migliore. Date gomitate, se occorre, perché il sindacato crei occasioni di rappresentanza dei bisogni e delle aspettative dei giovani".
Tornando sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, Annamaria Furlan si è detta convinta che non serva negare problemi e difficoltà se ci sono, mentre è dalla loro consapevolezza che si può partire avendo chiaro ciò che va cambiato. "L'alternanza è un ponte tra scuola e lavoro, non può essere né diventare mai lavoro sommerso, sottopagato e nascosto. Ancora oggi varie esperienze, compreso l'apprendistato e il tirocinio, rischiano di perdere valenza formativa per diventare strumenti di abuso del lavoro. Rivedere i tirocini perché non diventino lavori sottopagati significa occuparsi concretamente dei giovani e creare le condizioni di un’alternanza scuola-lavoro davvero efficace".
"Abbiamo il diritto - ha concluso - e ce lo hanno soprattutto i ragazzi e le ragazze che frequentano le nostre scuole di pretendere percorsi chiari: l’alternanza non diventi lavoro finto o sottopagato”.